Home Economia e lavoro Porto Cose turche: Yilport sembra scomparsa, mentre a Taranto ridimensiona tra le proteste generali
Cose turche: Yilport sembra scomparsa, mentre a Taranto ridimensiona tra le proteste generali
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Cose turche: Yilport sembra scomparsa, mentre a Taranto ridimensiona tra le proteste generali

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BRINDISI – In città circola un pensiero inconfessabile: l’annunciato investimento dei turchi, la cui notizia è stata fatta circolare a due giorni dal voto delle regionali per bocca del candidato Pino Carbone (che si è assunto la paternità dell’interesse di Yilport), forse aveva più una connotazione elettoralistica che altro.

A consolidare i dubbi c’è l’atteggiamento della stessa Yilport, che all’urgenza della richiesta di incontro con gli enti locali per discutere della propria intenzione di recuperare il capannone Montecatini per finalità legate alla gestione del traffico crocieristico, sta contrapponendo adesso un silenzio assoluto. Dall’ente portuale, infatti, è stato immediatamente fornito riscontro alla richiesta di Yilport, offrendo la massima disponibilità a un incontro a strettissimo giro. Così anche il Comune, con il Sindaco Rossi che ha pubblicamente espresso il proprio entusiasmo per la notizia. D’altronde, che fai, ti metti a sindacare aprioristicamente su investimenti di decine di milioni di euro? Epperò dalla Turchia, al momento, nessuna risposta è giunta; nemmeno un ringraziamento per il solerte riscontro.

A infittire la trama c’è poi la rovente situazione tarantina, dove si registra una sostanziale discrepanza tra quanto previsto dalla concessione rilasciata e quanto contenuto nelle previsioni post-Covid del piano triennale di Yilport. Situazione che sta innervosendo non poco sindacati e rappresentanti istituzionali, inviperiti per il ridimensionamento prospettato dal grande terminalista. Che tra l’altro è finito nel mirino dei servizi segreti italiani per l’accordo con Cosco, grande colosso a partecipazione statale cinese operante appunto nella gestione di grandi traffici portuali, in alcuni casi privatizzando completamente i porti come avvenuto per il Pireo.

Fa specie inoltre come Yilport abbia lasciato campo a Taranto alla gestione del traffico crocieristico ad altri turchi, ovvero la International Global Ports, preferendo invece Brindisi per il settore crocieristico.  Magari adesso, a tranquillizzare coloro i quali già malignano, ci penserà proprio colui il quale ha annunciato l’interessamento di Yilport su Brindisi, ovvero Pino Carbone, padre di uno degli artefici – almeno, così si dice – dell’arrivo a Taranto dei turchi e candidato al Consiglio regionale per FdI, senza tuttavia essere riuscito nel proprio intento di entrare in Consiglio regionale.