Home Editoriale Basta prese in giro! La Regione dà 135 mln alle altre sedi universitarie, ZERO a Brindisi. E mentre salva altri corsi e stanzia altri milioni per Medicina a Lecce e Taranto, a noi basta la mancetta della discarica per salvare l’Amministrazione Rossi
Basta prese in giro! La Regione dà 135 mln alle altre sedi universitarie, ZERO a Brindisi. E mentre salva altri corsi e stanzia altri milioni per Medicina a Lecce e Taranto, a noi basta la mancetta della discarica per salvare l’Amministrazione Rossi
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Basta prese in giro! La Regione dà 135 mln alle altre sedi universitarie, ZERO a Brindisi. E mentre salva altri corsi e stanzia altri milioni per Medicina a Lecce e Taranto, a noi basta la mancetta della discarica per salvare l’Amministrazione Rossi

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BRINDISI – Basta prenderci per i fondelli. La verità è questa: la Regione Puglia stanzia ogni anno 135 milioni di euro per sostenere il diritto allo studio nelle università di Bari, Lecce e Foggia; è “il principale socio”, rivendica orgogliosamente Emiliano.

A questi vanno aggiunti gli 83 milioni di euro che la Regione ha inserito in bilancio per la nuova facoltà di Medicina di Lecce. E poi bisogna aggiungerci i milioni di euro (a palate) che sempre da via Gentile sono stati stanziati per la ristrutturazione dell’ex sede della Banca d’Italia (mentre quella di Brindisi langue) e per l’avviamento della facoltà di Medicina di Taranto, che troverà posto proprio in quell’immobile.

E mentre a Brindisi nel corso degli anni si è assistito a una moria di corsi universitari, sempre da via Gentile, quando nel 2013 si profilava la chiusura dei corsi di ingegneria a Foggia e a Taranto, si elargì un contributo straordinario di 4,3 mln di euro per favorire  – si disse – didattica e ricerca in territori sensibili a più limitata offerta didattica. E ancora, 30 mln di euro per finanziare la ricerca nelle università pugliesi, 45 mln per le scuole di specializzazione che le facoltà di Medicina di Bari e Foggia avevano perso per mancanza di iscritti e fondi.

A Brindisi, invece, come stanno le cose? Stanno che in tutti questi anni la Regione ha stanziato centinaia di milioni di euro per le sedi universitarie degli altri capoluoghi di provincia e ZERO euro per i corsi universitari di Brindisi. Nel frattempo il Comune di Brindisi è andato in predissesto – anche sotto il peso di un insostenibile rateo annuale da 622.000 euro (prima delle ricontrattazioni erano ancora di più) elargito alle università di Bari e Lecce – e la città ha perso alcuni dei suoi corsi senza che dalla Regione nessuno abbia battuto ciglio. Evidentemente il capitale umano a Brindisi vale meno che a Foggia o Taranto.

Grazie ai nostri mansueti amministratori locali, intanto, Emiliano può tranquillamente continuare a prendersi gioco dei brindisini, annunciando in piena campagna elettorale da primarie (oltre un anno fa) che si stava lavorando per il progetto “Brindisi universitaria”. Sarà lo stesso progetto che nei due mandati di Vendola e nei 6 anni di Emiliano ha portato vagonate di soldi per le altre sedi universitarie e ZERO per Brindisi.

E mentre gli amministratori brindisini ci raccontano che Brindisi non potrà avere una sua università perché la legge lo vieta (la stessa legge però non sta vietando di lavorare per l’istituzione dell’università di Taranto), ma che in compenso molto presto avremo due nuovi corsi in Sostenibilità ambientale e Cooperazione internazionale, si continua a snobbare questo territorio, firmando protocolli d’intesa per una “Puglia Regione Universitaria” della quale è chiaro che Brindisi non faccia parte; infatti il Comune di Brindisi non è stato invitato. Ma ciò va ascritto anche a colpe della politica brindisina, la quale ha accettato supinamente la bocciatura della nuova università di Brindisi che, seppure proponeva corsi probabilmente di impatto modesto, avrebbe consentito ai rappresentanti brindisini di sedere ai tavoli che contano, perché finalmente legittimati formalmente a farlo.

Però questa opportunità non è stata intuita dall’attuale maggioranza, divertita dalla bocciatura di un progetto seguito da persone evidentemente invise quali il Presidente dell’Autorità portuale Ugo Patroni Griffi e il Presidente pro-tempore della Camera di Commercio Antonio D’Amore; ma prim’ancora dal defunto Alfredo Malcarne. È un po’ come la storia del marito che per fare dispetto alla moglie si taglia il “membro”.

Ma noi siamo persone umili, che si accontentano di poco. Emiliano, in fondo, è stato così buono e caro da salvare la pelle all’Amministrazione Rossi con quella mancetta per la discarica di Autigno… Possiamo pure chiedergli pari dignità per i ragazzi di questo territorio? Possiamo chiedergli una speranza per il futuro di questa città? Possiamo chiedergli di pensare che quando afferma che “Negli Stati Uniti i finanziatori delle Università di solito sono gruppi privati o miliardari. Qui in Italia, in Puglia non ci sono privati che finanziano l’Università bensì c’è la Regione Puglia che finanzia. Mettendosi così al fianco di questo grande patrimonio della formazione, ma anche della civiltà della Puglia” anche Brindisi, forse più di altre realtà, avrebbe bisogno di formazione e civiltà?