Home Editoriale Il M5S non merita i voti dei brindisini e il PD non merita di diventare la succursale di un movimento di ambientalisti radicali
Il M5S non merita i voti dei brindisini e il PD non merita di diventare la succursale di un movimento di ambientalisti radicali
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Il M5S non merita i voti dei brindisini e il PD non merita di diventare la succursale di un movimento di ambientalisti radicali

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BRINDISI – Il M5S non è all’altezza delle alte percentuali che la città di Brindisi puntualmente gli dona, di fatto costituendo una sorta di enclave del partito che fu di Grillo e Casaleggio. Quello che sta accadendo sul fronte dei fondi Cis è emblematico e forse cela una chiara volontà di privilegiare lo sviluppo di altre città rispetto a quello di Brindisi. Perché la mossa del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mario Turco che s’interessa solo di Taranto e che poi, dopo aver fatto esporre il Consigliere comunale Serra sulla sua venuta a Brindisi il 30 agosto scorso per attivare il Cis, contravviene al suo impegno privilegiando due mesi dopo una visita a Mesagne, fa davvero riflettere.

Perché proprio a Mesagne? Perché è la città dell’On. Aresta, che sta portando avanti – evidentemente – una linea opposta rispetto a quella dell’On. Macina, la quale sta provando a spendersi per Brindisi, ma al momento con scarsi risultati. E non per colpa sua, ma per una incomprensibile disattenzione (o fin troppo comprensibile) del Governo e di Turco verso Brindisi.

Che il braccio operativo di Conte vada a parlare di Cis e Recovery a Mesagne è un segnale forte, di spaccatura all’interno del M5S e di chiara ed efficace strategia politica portata avanti dal Consigliere regionale Vizzino e dall’On. Aresta, coordinati dalla sapiente regia del Sindaco di Mesagne Matarrelli. Già, perché l’altro elemento che emerge ancora una volta è l’incredibile inconsistenza politica del Capoluogo brindisino, con un Governo cittadino che non riesce a crearsi un solo alleato spendibile (anche a causa della penuria di rappresentanti politici locali a ogni livello), permettendosi anche il lusso di fare i sofistici rispetto all’aiuto offerto dal Consigliere regionale Amati. Che ha evidentemente ragione quando parla di una politica brindisina attenta ai riposizionamenti politici piuttosto che alla risoluzione dei problemi.

Riposizionamenti che potrebbero essere alla base della discussione interna al PD che si terrà venerdì pomeriggio sulle questioni Edison e zona franca portuale a Capobianco. È possibile che il PD si appiattirà – come sempre fatto fino ad ora – sulla posizione del Sindaco Rossi e di Bbc, di fatto mortificando il ruolo del PD stesso, sicuramente meglio rappresentato, o comunque più coerentemente rappresentato, da Fabiano Amati, le cui posizioni su porto, Eni Versalis e Edison appaiono più confacenti alla storia e alle sensibilità congenite a un partito come il PD, che non può essere trasformato in una succursale di un movimento radicale di ambientalisti. A meno che alla base di questi appiattimenti non ci siano logiche di riposizionamenti, di ingressi in Giunta e di cose che ai brindisini proprio non interessano.