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Amati vs Rossi: finalmente abbiamo una partita
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Amati vs Rossi: finalmente abbiamo una partita

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BRINDISI – Chi ha orecchie per intendere, intenda. Il Consigliere regionale del PD Fabiano Amati ha sferrato un attacco frontale, deciso, intelligente sulla vicenda Edison. Una rarità trovare un politico libero intellettualmente, che non ha timore di esercitare il proprio ruolo con chiarezza. È da un po’ di tempo che Amati aveva fatto trasparire che il modus operandi della maggioranza politica brindisina, quell’approccio da circolo politico più che da istituzione, proprio non gli piaceva. Il Consigliere regionale aveva già lanciato fendenti nei confronti di Rossi sulla gestione delle vicende portuali, su Eni Versalis, sulle contrade. E adesso su Edison.

Amati, nella sua nota, è stato molto sottile e al contempo chirurgico, parlando sostanzialmente di battaglie ideologiche buone per le proprie ambizioni politiche, meno per il bene comune. Questo il sottotesto della sua nota: un retropensiero che Amati ha avuto il coraggio di esplicitare, nascondendolo sapientemente dietro periodi ipotetici.

La verità è che non è la prima volta che questa Amministrazione si avvale della facoltà del benaltrismo, o nel caso in questione del “benaltrovismo”, per mettere in atto pratiche che appaiono dilatorie. E che se sono frutto di convinzioni, sono perlomeno avventate.

Perché adesso Rossi parla di location alternative per Edison, istanza che tra l’altro tutti hanno condiviso. Ma lo scorso anno parlava di un investimento, quello di Edison, che probabilmente non portava vantaggi competitivi per Brindisi, dato che il servizio poteva essere sfruttato dagli altri porti. Proviamo a forzare la mano con un’opera esegetica: a noi tocca l’impianto, a Bari le navi che vengono qui solo per rifornirsi.

Ma tre anni fa, Rossi fu ancora più tranchant in un suo commento su Facebook, dove affermava che “L’impatto sull’ambiente con il gas a pochi metri c’è”. E ancora: “Non spacciamolo per green”, sempre riferendosi all’ipotesi della realizzazione del deposito costiero di gnl. Ma questo accadeva qualche tempo fa. Adesso Rossi ha cambiato idea e, a patto di trovare una location alternativa a quella di Costa Morena, si è detto favorevole all’investimento da 100 mln di euro di Edison. Anche se la tentazione di sottolineare che a regime occuperebbe solo 30 posti tradisce comunque un atteggiamento piuttosto tiepido verso l’opera. Ed Amati, che è politico attento, avrà probabilmente colto queste sfumature, stanando Rossi attraverso l’apposizione del termine di un mese per formulare una controproposta a Edison. Trascorso inutilmente il quale, evidentemente, si passa nella fattispecie dei soggetti narrati nella seconda parte della sua nota stampa, ovvero quelli che “Per motivi di lotta politica pensano al mondo come un luogo ove imporre le proprie visioni o modelli di sviluppo, utilizzano il dibattito sulle opere per prendere visibilità politica”. Circoletto rosso.

Noi vorremmo tanto credere che questa volta sia diverso, però chi nasce tondo non muore quadrato solitamente. Anche se trovandoci a parlare di politica, tutto può accadere. Ed il fatto che Rossi abbia annunciato entusiasticamente alla presenza di Emiliano lo sblocco dei 40 milioni di euro per gli approdi di Sant’Apollinare e per la vasca di colmata infonde speranza. Poca eh, ma meglio di un pugno in un occhio…

Già, la vasca di colmata, quella che il Comune ha avversato perché pensava che dovesse servire per accogliere qui i rifiuti degli altri porti (si parlò di Brindisi pattumiera della Puglia), tanto da inserire l’eccezione tra le osservazioni al Comitato tecnico Via. Vasca di colmata che, in un incontro pubblico in Autorità portuale, Rossi disse che si sarebbe potuta realizzare anche a valere sui fondi 2021-2027. Cambiando location, s’intende. Vasca di colmata che per alcuni era meglio proprio non realizzare, piuttosto. Perché proprio a Brindisi e non altrove? Ci si chiedeva. La stessa domanda che è risuonata spesso circa il progetto di Edison: “Perché a Brindisi e non a Bari?”. E tranquilli che se non si farà a Brindisi, si farà a Bari, o più realisticamente ancora a Taranto, dove già ci si sta muovendo in questa direzione.

Sarebbe stato piuttosto banale, poi, accondiscendere al progetto in itinere di creare una zona franca a Capobianco, ipotesi che viaggia spedita grazie alla sinergia dell’ente portuale, dell’Agenzia delle Dogane e di Enel Logistics. E infatti, anche in questo caso il Sindaco ha ritenuto opportuno apportare i propri suggerimenti: la zona franca, meglio farla a Costa Morena invece che a Capobianco. Perché a Capobianco ci deve andare la Marina Militare. Ma se ci deve andare la Marina, allora, forse non si vuole che ci vada nemmeno Edison, a Capobianco. Non ci stiamo capendo più nulla. O forse potrebbe essere così: la vasca di colmata non a Costa Morena ma a Capobianco; la zona franca non a Capobianco ma a Costa Morena. Ed Edison? Forse sempre a Costa Morena, ma arretrando l’opera, allontanandola dalla banchina così da liberarla. E la Marina? Sulla realizzanda vasca di colmata di Costa Morena. Forse.