Home Economia e lavoro Porto Lo tsunami della decarbonizzazione è arrivato in città, i lavoratori Sir le prime vittime. Ma qui tutto tace e si dibatte di surreali debanchinamenti, mentre a Bari fanno i fatti…
Lo tsunami della decarbonizzazione è arrivato in città, i lavoratori Sir le prime vittime. Ma qui tutto tace e si dibatte di surreali debanchinamenti, mentre a Bari fanno i fatti…
0

Lo tsunami della decarbonizzazione è arrivato in città, i lavoratori Sir le prime vittime. Ma qui tutto tace e si dibatte di surreali debanchinamenti, mentre a Bari fanno i fatti…

0

BRINDISI – “La Comunità di migliaia di lavoratori del porto di Bari è stanca di leggere pretestuose iniziative che hanno ancora una volta l’obiettivo di ritardare se non proprio fermare per l’ennesima volta il progresso dei lavori di Marisabella nel porto di Bari. […] Oggi, tuttavia, una nuova palude si sta formando su Marisabella, su pervicace iniziativa di un gruppuscolo di soggetti, per non meglio precisati fini – naturalmente ammantati da ragioni pseudo-ambientaliste e/o pseudo-urbanistiche – che si richiama maldestramente nel nome al porto di Bari pur non avendo nulla a che fare con esso, per quanto ci risulta, nè conoscendone le necessità”.

Questa la veemente reazione degli operatori portuali baresi dopo l’ennesimo tentativo di sabotaggio di un gruppo di “respiriani”. A Brindisi invece tutti tacciono, parla solo la minoranza silenziosa con la pancia piena (che non vuole il gas, non vuole nuove banchine, non vuole le navi perché inquinano, o meglio, vuole solo quelle che non inquinano, che al momento sono quelle a Gnl, che però è un combustibile fossile e in quanto tale avversato per definizione; non se ne esce insomma). E tra un ostacolo e l’altro frapposto ora all’industria ora alle opere portuali, la vicenda dei lavoratori della Sir (che svolgono il servizio di sbarco carbone e relative attività accessorie e che adesso risultano in esubero con annessa grana occupazionale maneggiata in queste ore dalla Prefettura) suona la campanella sugli effetti della decarbonizzazione, che rischia di abbattersi come uno tsunami sull’economia cittadina. Ma qui si dibatte di debanchinamenti: di quello di Capobianco dove nascerà la Zfd; di quello che non si vorrebbe a Sant’Apollinare perché quella deve restare una spiaggia e perché (lo hanno detto i consiglieri di BBC prima di uscire dall’aula quando c’era da votare la delibera sulle opere portuali) le navi inquinano; di quello che non si vorrebbe realizzare a Costa Morena per accogliere i fanghi dei dragaggi (la oramai celebre vasca di colmata) e sul quale potranno insediarsi attività come la cantieristica; e in ultimo – come inserito nel Dpp – anche delle banchine del porto interno Punto Franco e Feltrinelli (“che non sembrerebbero avere più grande importanza strategica”, si dice nel documento) al fine di “perseguire la continuità del lungomare su tutto il perimetro del porto interno”.

Iniziate dunque a tirare fuori monopattini, biciclette, tandem, binocoli e chi più ne ha più ne metta perché la sensazione è che di tempo a disposizione ne avremo tanto per godere appieno del porto di Brindisi attraverso salutari ciclopasseggiate in cerca di rare specie di uccelli da avvistare.