Home Politica L’arringa di Rossi contro Edison, il Governo e l’Autorità portuale: “Siamo donatori di sangue: adesso basta, non si passa più!”
L’arringa di Rossi contro Edison, il Governo e l’Autorità portuale: “Siamo donatori di sangue: adesso basta, non si passa più!”
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L’arringa di Rossi contro Edison, il Governo e l’Autorità portuale: “Siamo donatori di sangue: adesso basta, non si passa più!”

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BRINDISI – L’arringa del Sindaco Rossi contro Edison non è bastata a convincere la sua maggioranza, che l’ha lasciato in Consiglio comunale senza numero legale per approvare la delibera contenente il parere sfavorevole all’impianto.

È stato molto articolato l’intervento del Primo cittadino, che è partito dalle questioni tecniche per poi passare a quelle politiche.

“Non siamo contrari al gnl, siamo contrari alla realizzazione di un impianto in quel luogo. Ci sono siti alternativi come Capobianco, la nuova colmata, l’area del Petrolchimico. Edison deve presentare uno studio per localizzare l’impianto altrove: non vuole realizzarlo in altri posti per questioni economiche, non certo per ragioni di fattibilità tecnica. Ma a noi non interessa delle questioni economiche di Edison, noi dobbiamo fare gli interessi di Brindisi”.

Anche l’Asi, tra l’altro, ha inviato un parere piuttosto critico sul progetto presentato da Edison: “Nel progetto è prevista – ha spiegato il Sindaco – una distanza di 3 metri dal binario, mentre l’Asi prescrive che debba intercorrere una distanza di 30 metri e che il deposito non debba interferire con le attività della retrostante zona industriale”.

Non è mancata poi la critica rispetto alla scelta del Governo di non sottoporre il progetto a Valutazione d’impatto ambientale: “Eticamente e moralmente – incalza Rossi – qualcuno si sente di dire che un impianto a rischio di incidente rilevante non debba essere sottoposto a Via? Perché a Napoli e Ravenna era stata richiesta la Via e a Brindisi no?”.

Poi il Primo cittadino passa all’attacco del Governo: “Il Governo, con una letterina, ci fa sapere che questa opera è di pubblica utilità: è già successo per la chimica, per il settore energetico. Però quando si parla di decarbonizzazione e di fondi del Just Transition Fund questo territorio non è più di pubblica utilità, non ci sono soldi per Brindisi ma solo per Taranto. Tutto questo è inaccettabile. Siamo donatori di sangue ma quando si tratta di prendere soldi, Brindisi non è contemplata. Ci faremo sentire e la prima occasione sarà la prossima seduta del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Non si passa più!”.

Non poteva mancare, poi, l’affondo verso l’ente portuale: “L’Autorità portuale non ha avuto la bontà di confrontarsi preliminarmente con noi, di valutare insieme il luogo: niente! Ho inviato alcuni quesiti al Presidente dell’Autorità portuale e mi ha risposto il Segretario generale dicendo che il Comune può informarsi attraverso l’albo pretorio; così mi è stato risposto… In questi anni si è consumato un furto ai danni della città di Brindisi, perché la legge prevedeva un’unica Autorità portuale e invece ne sono venute fuori due. Lo annuncio, l’ho detto già al viceministro Bellanova: Brindisi deve riconquistare il suo ruolo di indipendenza. Su questo sarà presto chiamato a esprimersi il Consiglio comunale. Non è possibile che qualcuno decida altrove cosa si deve fare a Brindisi. L’impianto di Edison, lì dove è previsto, confligge con le potenzialità del porto: andassero a farlo da un’altra parte. Vogliamo salvaguardare la zona franca doganale, le attività dell’Asi, il raccordo ferroviario. Ma poi: abbiamo tanto discusso dei dragaggi e adesso che si fa: a Costa Morena, dove si realizzeranno i dragaggi, ci mettiamo le metaniere che pescano solo 8 metri? Che draghiamo a fare fino a meno 14 metri? In quell’area arrivano le crociere e noi siamo favorevoli a mettere lì il deposito? E poi: tutti gli altri porti sono core senza ospitare un impianto di gnl e solo Brindisi non può essere porto core senza un deposito di gnl? Se qualcuno pensa che abbiamo l’anello al naso, sappia che noi diciamo basta. Edison riformuli il suo progetto e poi ne riparliamo”.

Infine: “Non è stato inserito nel Nof un piano di sicurezza per le fasi in cui la nave è ormeggiata: cosa succede se c’è un rischio nelle operazioni di scarico o sui binari o se si accende la torcia? Sappiate infatti che il sistema di emergenza dell’impianto prevede una torcia: ebbene, avremo un’altra torcia che verrà piazzata lì”.