Home Economia e lavoro Enel smantellerà nastro e carbonili: “La zona franca a valle del phase-out”
Enel smantellerà nastro e carbonili: “La zona franca a valle del phase-out”

Enel smantellerà nastro e carbonili: “La zona franca a valle del phase-out”

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BRINDISI – Se ne riparlerà tra 4 anni, se va bene. Enel, attraverso la nuova costola Enel Logistics, vuole riconvertire i siti dove è proprietaria di centrali a carbone in depositi doganali funzionali alle attività economiche legate alla logistica. In questa ottica, sono stati lanciati i progetti pilota di La Spezia e Livorno, ai quali – fu annunciato dall’ex amministratore unico Andrea Angelino – si sarebbe aggiunto a stretto giro il sito di Brindisi grazie al riconoscimento dell’area di Costa Morena di proprietà di Enel come zona franca doganale.

Il ridimensionamento del progetto di riconversione della centrale a gas formalizzato l’11 agosto da Enel (dimezzamento delle turbine e quindi della energia prodotta) ha creato qualche allarme su un potenziale, parziale disimpegno di Enel. A questo si aggiungono gli interrogativi sulla previsione di Enel di demolire i carbonili coperti e il nastro trasportatore. La domanda che si pongono alcuni è: quei carbonili non dovevano/potevano servire come magazzini per il freddo in ottica “deposito doganale”? E il nastro trasportatore non avrebbe potuto godere di nuova e diversa vita? Ma tant’è, serve spazio per il fotovoltaico…

Domande che si intersecano con questo passaggio della relazione tecnica di Enel: “Per l’area portuale di Costa Morena su cui oggi sono presenti infrastrutture necessarie allo scarico e movimentazione carbone, si prevede a valle del phase-out la inclusione alla Zona Franca Doganale di recente istituita, previa demolizione degli assets per movimentazione carbone. Le demolizioni includeranno: n. 2 scaricatori continui sul molo Costa Morena portata da 1.800 t/ora, nastri carbone in zona portuale incluse n. 5 torri.Sistema trasporto carbone lungo l’asse attrezzato. Le demolizioni includeranno il sistema nastri carbone dalla zona portuale alla centrale, incluse n. 5 torri con edifici e serbatoi di servizio”. Ecc, ecc.

A valle del phase-out (2025 come minimo), dunque, se ne riparlerà. All’apparenza non proprio uno scenario auspicabile. Ma soprattutto questo scenario non coincide con quello tracciato da Angelino il 2 marzo scorso… E siccome in ballo ci sono centinaia di posti di lavoro, forse è il caso di alzare la guardia già a monte, invece che aspettare a valle.

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