Home Editoriale Sfiammate, le centraline Arpa continuano a segnare aria ottima e benzene ai minimi. Sicuri che si aiuti il turismo così?
Sfiammate, le centraline Arpa continuano a segnare aria ottima e benzene ai minimi. Sicuri che si aiuti il turismo così?
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Sfiammate, le centraline Arpa continuano a segnare aria ottima e benzene ai minimi. Sicuri che si aiuti il turismo così?

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BRINDISI – Le sfiammate delle torce non piacciono a nessuno. Su questo possiamo essere tutti d’accordo. È pertanto comprensibile la lamentela del Sindaco inerente l’impatto visivo del fenomeno. Su questo concorda addirittura Eni Versalis, che sta realizzando la torcia a terra proprio per consentire – come si legge nella loro relazione tecnica – di “Limitare l’impatto visivo associato all’attivazione della torcia RV101C. Infatti, sebbene non potrà evitare l’impatto dei blocchi rilevanti di impianto, per gli scarichi di blow down, di minore entità, che rientreranno nei criteri di dimensionamento della torcia a terra, non vi sarà attivazione della
torcia elevata e la combustione avverrà all’interno della camera di combustione refrattariata della torcia a terra, eliminando qualsiasi fiamma visibile e garantendo al
contempo le migliori condizioni di combustione ed emissione attraverso l’applicazione
delle migliori tecnologie disponibili sul mercato”.

Altrettanto comprensibile è l’apprensione per il futuro della chimica sul territorio, dato che la produzione da fonti fossili come il petrolio è destinata tra qualche lustro a divenire antieconomica e infine a sancire la fine del ciclo produttivo dell’impianto brindisino. Il futuro è la produzione green, quindi la chimica verde, e sollecitare la realizzazione di altri impianti di produzione “green” in loco (perché convertire quello esistente è soluzione impraticabile) appare condivisibile, onde evitare che Brindisi si ritrovi privata anche dell’occupazione generata dalla chimica.

Assolutamente deprecabile e nocivo, invece, è impostare il dibattito sui veleni prodotti dalle torce. Per un semplice motivo. Che all’evento luminoso della notte tra il 17 e il 18 agosto non risulta associata – dati pubblici alla mano – una apprezzabile immissione di sostanze cancerogene nell’aria. Va bene che ognuno crede a quello che vuole, ma le centraline dell’Arpa, per i giorni del 17 e 18 agosto, segnano nell’area industriale e portuale valori di benzene pari a 0,1-0,2 microgrammi al metro cubo; il valore minimo possibile in natura! Il valore soglia giornaliero da non superare, pensate, è di 5 microgrammi al metro cubo. Però anche picchi transitori possono arrecare potenziali problemi alla salute: pertanto, quando la centralina Arpa del Terminal passeggeri il 20 maggio 2020 segnò concentrazioni medie giornaliere di benzene pari a 2,5 microgrammi al metro cubo (e di 1,8 microgrammi al metro cubo il 19 maggio in area Sisri) e il Sindaco dispose con ordinanza la sospensione delle attività dell’impianto di Eni Versalis, la presa di posizione di Rossi e il dibattito in città si può sostenere che avessero una ragion d’essere. Seppure vada annotato a margine come il giorno successivo al blocco dell’impianto la centralina sita a Torchiarolo registrò un valore medio di benzene pari a 3,4 micro grammi al metro cubo; qualcuno dovrebbe spiegare questo fenomeno…

La situazione degli ultimi mesi, invece, è completamente differente: alle numerose accensioni delle torce, infatti, non sono corrisposti particolari picchi di benzene nei valori registrati dalle centraline Arpa disseminate in città, con i valori giornalieri che continuano a risultare particolarmente contenuti. Ecco allora che continuare ad avvelenare il dibattito con informazioni delle quali il cittadino medio non è in possesso (o peggio ancora destituite di fondamento o decontestualizzate), che non trovano riscontro nei dati fattuali messi a disposizione da Arpa sul proprio sito, rischia di procurare grande confusione, divisioni e danni, anche d’immagine. Perché qualcuno dovrebbe spiegare il senso di spendere 15.000 euro per pubblicizzare le bellezze di Brindisi su TeleNorba e poi sulla stessa emittente (e su altre di portata regionale) parlare di inquinamento da benzene e danni all’immagine turistica della città senza che le centraline Arpa abbiano rilevato un inquinamento atmosferico apprezzabile.

Parlare a reti unificate di città dall’aria irrespirabile quando le centraline segnalano altro o continuare a brandire l’indagine epidemiologica Forastiere inerente gli anni in cui a Brindisi operavano a pieno regime due centrali a carbone e il petrolchimico non godeva ancora delle migliorie tecnologiche intervenute nel corso degli ultimi lustri, ci volete spiegare in che misura può favorire l’immagine turistica della città o la città tout court? Qual è il senso di tutto ciò? Qual è l’utilità per la comunità di un dibattito infarcito di tali considerazioni apodittiche?

Si imposti allora il dibattito sulle questioni serie sopra richiamate se si è capaci e, se non strettamente necessario, si risparmi la cittadinanza del carico di angosce delle quali, proprio per la storia di inquinamento e malattie vissuta da questa città, non se ne avverte proprio il bisogno.