Home Editoriale Con quei senatori esultava la loro base elettorale: il Paese reale non è più avanti del Parlamento
Con quei senatori esultava la loro base elettorale: il Paese reale non è più avanti del Parlamento
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Con quei senatori esultava la loro base elettorale: il Paese reale non è più avanti del Parlamento

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Se il Paese reale fosse più avanti del Parlamento non ci sarebbe l’urgenza di approvare una legge per inasprire le pene per i reati di odio discriminatorio.

I senatori che esultavano per l’affossamento del ddl Zan rappresentano una fetta importante del Paese reale, quello che mostra insofferenza sincera e inonda i social di frasi discriminatorie quando nella propria città passa un corteo del gay pride.

Il ddl Zan era un testo fortemente ideologizzato perché pretendeva di inserire stabilmente una padagogia sociale nelle scuole.

La destra liberale in Italia è rappresentata da Berlusconi, quello che afferma che “è meglio essere appassionato di belle ragazze che essere gay”.

La destra conservatrice qui è reazionaria e flirta con i governi della Polonia e dell’Ungheria dove gli omosessuali faticano ancora parecchio, per usare un eufemismo.

Come si può pretendere, allora, che nella parte destra dell’emiciclo non esultino ogni qualvolta non passi una norma che sposta in avanti i paletti dei diritti civili, che vada nella direzione del progressismo e di una società più inclusiva, che si possa pensare di trattare con questa destra sullo Ius Soli o sul ddl Zan?

Lo stigma del diverso è il perno delle politiche della destra, è la benzina che mette in moto una larga fetta della loro base elettorale. Bisogna guardare in faccia il Paese reale, non raccontarselo per come ci fa stare meglio.