Home Economia e lavoro Idrogeno, non convince la strategia di Asi e Comune. Patroni Griffi: “Sbagliato sottrarre terreni preziosi all’industria labour intensive”
Idrogeno, non convince la strategia di Asi e Comune. Patroni Griffi: “Sbagliato sottrarre terreni preziosi all’industria labour intensive”
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Idrogeno, non convince la strategia di Asi e Comune. Patroni Griffi: “Sbagliato sottrarre terreni preziosi all’industria labour intensive”

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BRINDISI – Da più parti giunge l’appello a confrontarsi sul futuro industriale della città, a non assumere decisioni solitarie e affrettate che potrebbero rivelarsi controproducenti. A tenere banco, in particolare, è il business dell’idrogeno. Per il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale, Ugo Patroni Griffi, «l’idrogeno è una grande occasione per la zes, soprattutto per la produzione industriale di altri carburanti carbon neutral come ammonia, metanolo e syngas». Tuttavia «bisogna puntare su tecnologie di produzione sostenibili ecologicamente ed economicamente. Gli esperti – prosegue Patroni Griffi – ammoniscono sull’utilizzo dell’elettrolisi, dacché si affacciano nuove e più performanti tecnologie (fotobiologico, fotoelettrochimico). In ogni caso non dovrebbe essere utilizzata acqua dolce (nei mesi scorsi si affacciò l’ipotesi di emungere dall’invaso del Cillarese, ndr), e la produzione di energia da fonti rinnovabili non dovrebbe comportare spreco di suolo prezioso per gli insediamenti industriali labour intensive. Per una volta cerchiamo di essere avanguardia e non retroguardia nello sviluppo industriale». Un chiaro riferimento alle scelte che l’Asi sta per compiere su 350 ettari di terreni situati a sud del petrolchimico, indicandoli in una delibera come adatti ad accogliere impianti per la produzione di idrogeno da elettrolisi, previa allocazione di pannelli fotovoltaici. Per attivare questo processo, però, c’è bisogno di acqua dolce, elemento prezioso che secondo Patroni Griffi non dovrebbe essere sprecato. Una soluzione potrebbe fornirla l’impianto eolico offshore di Falck Renewables, che potrebbe ovviare alla problematica del consumo di tutto il suolo attualmente disponibile.