
Assunzioni clientelari, i sindacati prendono le distanze: “Mai agito da ufficio di collocamento. No alle spartizioni”
BRINDISI – Dopo la presa di distanze di Bobo Aprile del Cobas rispetto alla vicenda delle presunte assunzioni pilotate favorite da un sindacalista (pratica che secondo Aprile costituisce la norma), anche dai sindacati confederali arrivano parole di condanna. Il segretario generale della Cgil di Brindisi, Antonio Macchia, dichiara: «Sono altri gli organismi preposti a creare l’incontro tra domanda e offerta: la Cgil ha ben presente che il sindacato non è un ufficio di collocamento. Pertanto, con molta chiarezza dico che non ci appartiene né la logica della spartizione né quella della raccomandazione, dato che ci ispiriamo ai valori della Costituzione e della legalità. Prendiamo atto della polemica in corso attraverso i media, trattandosi di fatti di cui non siamo a conoscenza e di cui eventualmente se ne occuperanno gli organi preposti per fare chiarezza». Tra le mansioni di un sindacalista, insomma, non ci sarebbero quelle di indicare nomi alle aziende vincitrici di appalti. «La Cgil – prosegue Macchia – si impegna sin dalla sua costituzione a fare sindacato, e ciò vuol dire difendere i diritti dei lavoratori, il rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro, la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, la creazione di condizioni che possano portare allo sviluppo ed alla creazione di occupazione buona e stabile. Il sindacato raccoglie ogni giorno le grida di dolore di una larga fascia di popolazione e la disperazione di chi perde o non riesce a trovare un posto di lavoro».
Costernazione la esprime anche il segretario della Cisl, Gianfranco Solazzo: «Siamo rimasti basiti dalla notizia-stampa di un personaggio non meglio identificato che, millantando di essere sindacalista, si è vantato di aver fatto assumere personale, ma anche dalla richiesta rivolta espressamente a Cisl, Cgil e Uil di giustificarsi di fronte all’opinione pubblica. Ebbene, ricordando che in presenza di notizie di reato è sempre la magistratura a dover essere interessata ancor prima dei giornali, affermiamo per quanto ci riguarda che non giustificheremo mai l’illegalità delle scorciatoie nelle assunzioni, giacché penalizzanti del diritto di altre persone, magari con più titoli e maggiori professionalità. A 30 anni dalla strage di mafia che uccise i giudici Falcone prima e Borsellino poi, nel corso del recente Congresso nazionale, la Cisl e la Fondazione Falcone hanno sottoscritto il documento “Siamo Capaci”, progetto di promozione della cultura della legalità. Questi siamo noi, perciò lasciamo ad altri la vergogna dei colpevoli silenzi».
Anche il segretario della Uil, Antonio Licchello, rimanda la palla nel campo della magistratura: «Sicuramente la magistratura farà chiarezza in merito alle tante questioni emerse. Mi dispiace per quanto accaduto e mi dispiace anche per la signora (destinataria dell’audio del sindacalista chiacchierato, ndr) che non ha avuto la possibilità di trovare il posto di lavoro. Parlo per la mia esperienza: nel momento che c’è un’azienda che deve assumere, che sia nel pubblico o nel privato, fa accordi con il sindacato sulla contrattazione: pretendo sempre di capire il contratto che intendono applicare. Qui si deve fermare il compito del sindacalista».