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Il modello del parco Buscicchio fa paura perché modifica lo stato delle cose
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Il modello del parco Buscicchio fa paura perché modifica lo stato delle cose

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BRINDISI – Il parco Buscicchio, qualunque sia il giudizio che si abbia sulle persone che compongono la cooperativa che ne cura le attività, rappresenta oggettivamente un patrimonio prezioso della città. È un segno tangibile di come le cose possano cambiare e al contempo di quanta fatica costi il cambiamento. E da queste parti, dove tutto sembra fisso e immobile, bisogna sostenere e alimentare quotidianamente ogni refolo, con la speranza che diventi burrasca che scompigli, sconvolga e modifichi lo stato delle cose.

Purtroppo, quasi fosse una crisi di rigetto, vanno moltiplicandosi gli atti di vandalismo e di criminalità al quartiere Sant’Elia. A farne le spese nelle scorse ore è stata la cooperativa “Legami di Comunità” che gestisce il parco Buscicchio. Alcuni malviventi, infatti, si sono introdotti nel cuore della notte all’interno del parco e hanno trafugato attrezzature di vario genere appartenenti agli operatori della cooperativa, procurando danni ingenti. Molte altre volte si erano verificati atti di vandalismo, ma quest’ultimo episodio è stato reputato più grave e va a fare il paio con la devastazione della piscina del quartiere avvenuta nel novembre scorso.

Il presidente della cooperativa, Michele Pignatelli, ricostruisce la situazione: «Fino ad oggi, tutti gli atti (vandalici, ndr) compiuti all’interno del parco non sono stati rivolti direttamente a noi. Erano più che altro dispetti. Invece questa volta vediamo una matrice diversa, che secondo noi non è riconducibile a gesti di ragazzini e teppistelli ma al fatto che stiamo raggiungendo risultati sempre più importanti in termini di partecipazione e presenza nel quartiere. Abbiamo triplicato i partecipanti alle attività che organizziamo, il parco è un posto vivo tutto il giorno e stiamo rafforzando il rapporto con le istituzioni. Noi siamo da sempre in rapporto con la Questura, con la Prefettura, con l’antiracket per via dei progetti che facciamo, dei ragazzi e delle famiglie che seguiamo. Ci stiamo muovendo adesso con un sistema di allarme direttamente collegato con la Questura. Siamo rammaricati ma non demordiamo».

L’amministrazione comunale, da parte sua, sta lavorando affinché l’area verde venga attrezzata con un sistema di videosorveglianza. «Il parco Buscicchio – spiega l’assessore al verde pubblico, Oreste Pinto – sarà dotato di telecamere in quanto inserito nel progetto portato avanti dalla Prefettura per implementare la videosorveglianza in città. Stiamo aspettando l’arrivo dei fondi. Sempre che le telecamere possano servire, dato che il vecchio gestore del bar situato all’interno del parco, pur disponendo di telecamere, subì diversi raid. Confidiamo comunque che il sistema di videosorveglianza possa disincentivare tali atti».

Riguardo la matrice dell’atto criminale, Pinto pare avere un’idea precisa: «Potrebbero essere ragazzini inviati da qualcuno che ha interessi più alti, quattro teppistelli che eseguono gli ordini di qualche cretino che li muove come marionette. Sant’Elia è un quartiere in cui si sta provando a portare avanti la cultura della legalità, dell’inclusione, del sapere, dello sport. È chiaro che l’attività della cooperativa potrebbe dare fastidio ad alcuni che vorrebbero continuare ad operare nel buio». Per l’assessore «è evidente che, come accaduto in recenti raid nello stesso quartiere, i malviventi hanno alzato il tiro: non si sono limitati a spaccare e razziare le prime cose che hanno trovato sulla propria strada ma sono entrati nel cuore della struttura, lì dove sapevano di poter fare dei danni ancor maggiori. È un attacco in piena regola alla legalità, a chi non lesina energie per accendere la luce e creare occasioni di crescita in un quartiere complesso, con dinamiche che ai più restano di difficile comprensione ma che, evidentemente, iniziano ad essere scardinate».