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Brindisini sì, coglioni no.
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Brindisini sì, coglioni no.

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BRINDISI – Spesso, quando vengono pubblicate le notizie dell’arrivo di finanziamenti o le immagini dei rendering vari, la gente commenta perlopiù scetticamente. Come dargli torto. La storia recente di Brindisi è costellata di fallimenti. È da vent’anni che si attende il rilancio della costa e del villaggio di Acque Chiare. È da vent’anni che si parla del recupero del Tommaseo. È da quindici anni che si è fermi sulla redazione del Documento programmatico preliminare al nuovo Pug. Per il nuovo palazzetto, Mennitti annunciò lo stanziamento di dieci milioni di euro, poi la presa in giro continuò con Consales e ancora non si sa come finirà questa vicenda. I vari presidenti del Brindisi Calcio, negli ultimi vent’anni, ineluttabilmente hanno rilevato la squadra dall’inferno, hanno promesso la serie B, hanno portato la squadra nel purgatorio e come un orologio svizzero l’hanno fatta ritornare all’inferno, tra il gaudio di una tifoseria che evidentemente gode nel farsi prendere per i fondelli. Da sempre si promette di riaprire la porta Thaon de Revel. Si inaugurano parchi che puntualmente finiscono nel degrado. Si proclamano finanziamenti per l’allargamento del sottopasso di via Materdomini senza prima effettuare i carotaggi e verificare che in realtà non si può neppure scavare. Si sventolano riqualificazioni del waterfront senza prima disporre delle risorse per bonificare l’area ex Pol, senza prevedere somme per l’esproprio dei terreni per accedere al capannone ex Montecatini. Si fanno le photo opportunity per la firma di un Contratto istituzionale di sviluppo del quale nessuno sa più niente. Si promette di far diventare Brindisi una città per smartworker attraverso mega-progetti in partnership con Airbnb, ma poi si abbandonano senza nemmeno il buon gusto di informare la cittadinanza. Si parla di Brindisi città universitaria mentre si rischiano di perdere i già pochi corsi esistenti, dato che si firmano convenzioni sapendo di non poterne onorare il contenuto. Si partecipa ai bandi candidando progetti per portare l’università in Centro ma poi a 15 giorni dal termine ultimo per approvarli con delibera, si è ancora alla fase di assegnazione della gara per effettuare la progettazione. Si parla di Brindisi porta del Mediterraneo (anzi hub, che ci sta bene sempre), si promette un miliardo per realizzare il porto industriale, mentre nel mondo reale si continua a perdere terreno a causa di una transizione ecologica e di un vento anti-industrialista che sta facendo scomparire Brindisi, ridotta a 82.000 abitanti, con un trend di 500/1.000 residenti persi l’anno. Ci si oppone e contrappone alla British Gas, a Edison, a Versalis, a Grimaldi, alle nuove banchine, ai dragaggi in virtù di una messianica promessa di un ripristino della “città-giardino dell’Eden” in cui ospitare turisti negli ostelli, sulle barche ormeggiate su un lungomare sempre più lugubre, per poi traghettarli su barche in legno per un tuffo alla spiaggia di Sant’Apollinare.

Insomma, possiamo poi biasimarci se siamo insoddisfatti di noi stessi e ci avvitiamo in un crescente disfattismo di cui siamo causa e vittime?!