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Servono rinforzi, ma societari
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Servono rinforzi, ma societari

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BRINDISI – Il Brindisi ha bisogno di rinforzi. Ma a livello societario. L’indomani della vittoria del campionato scrivemmo queste parole: “Fuori dal tappeto verde conta e deve contare altro, oltre la vittoria. La famiglia Fanuzzi. La famiglia Barretta. La famiglia Arigliano. Grazie. Davvero. Ma è arrivato il momento di crescere, di guardare cosa accade nel resto del Paese, del mondo. Ma anche nel basket brindisino, dove la famiglia Marino è primus inter pares. Allora, se per una volta vogliamo coltivare un sogno anche nel calcio, ognuno deve fare un passo in avanti verso l’altro. Questa città ha la forza economica per puntare in alto e ha la massima attenzione del mondo imprenditoriale locale: è solo una questione di volontà, di scelte. Da domani il grande augurio che ci sentiamo di fare a Brindisi e alla famiglia Arigliano è che questa famiglia possa diventare storia e rappresentare solo una delle tante famiglie che scriveranno – ASSIEME – una pagina ancora più bella per Brindisi e per il Brindisi. I brindisini non dimenticano chi li ha fatti gioire. Ma neppure chi gli ha inferto sofferenze. È il momento di accantonare gli errori (e gli orrori) del passato e di aprirsi alla modernità, al futuro. Perché c’è tanta voglia di Brindisi. C’è tanta voglia di Brindisi Calcio”.

Parole cadute nel vuoto, se sono vere le voci estive di una volontà di entrare in società da parte di alcuni imprenditori brindisini. Tra questi, si vocifera ci fosse Mino Distante. Invece, ad oggi, continuano ad esserci solo gli Arigliano al comando della società. Speriamo vivamente che non stia avvenendo per scelta loro.

La rosa è davvero modesta e troppi giocatori sembrano attendere l’apertura del mercato di gennaio. È evidente che qualcosa non stia funzionando. La squadra è senz’anima, i giocatori sono svagati, inciampano da soli sulla palla.

Ci si aspettava ben altro il giorno dopo la festa promozione alle scalinate romane. Invece si annaspa. Ancora una volta.