Ecco chi era Ana Cristina. L’amore per i 3 figli, la Chiesa e i cani. Dopo il delitto si aspetta ora l’autopsia. Dal carcere il marito-omicida di Brindisi non ha rivolto nessuna scusa per quanto accaduto
Chi era Ana Cristina Duarte Correa, la giovane e bella 38enne brasiliana morta a coltellate, nella notte tra il 6 e 7 settembre, davanti ai 3 figli minori per mano del marito Ezio Di Levrano, un 54enne di Brindisi. Vittima di un “legame tossico” hanno scritto di lei alcune amiche.
Prima di stabilirsi a Saltara, nei comuni di Colli al Metauro (nel Pesarese) fino a due anni fa aveva vissuto a Porto Torres, nel nord della Sardegna. Nel golfo dell’Asinara era tornata anche di recente, dopo essere stata in Brasile per la morte del fratello. Da quanto emerge, proprio queste amiche e colleghe, che lavoravano con lei nel settore delle pulizie (tra villaggi e centri vacanza, in Sardegna) avevano percepito che la situazione con il marito nascondeva lati oscuri, ma la 38enne non aveva ascoltato fino in fondo i loro consigli.
Lei ci aveva provato già altre volte a recidere una storia che di amore non aveva più niente e nelle Marche non voleva trasferirsi, se non per l’affetto verso i figli. Una debolezza utilizzata dal marito che, secondo chi l’ha conosciuta bene, il 54enne avrebbe usato come un ricatto per convincerla a tornare a casa. Con l’orgoglio di una donna ferita e la forza di una madre che non cercava di far mancare niente ai figli, alla fine non è riuscita a difendersi.
Gelosia? La differenza d’età? Cosa non ha più funzionato in un matrimonio che andava avanti da 14 anni e che la brasiliana (parlando con le amiche più care) ripeteva che dopotutto non aveva alcuna paura. Diceva di sapersi difendere e che prima o poi, suo marito, quello che l’ha uccisa a coltellate, con i tre figli presenti in casa, l’avrebbe lasciato. Tutto vero, non immaginando un finale da horror.
Sempre a Porto Torres, il dolore della sua scomparsa ha raggiunto don Michele Murgia, parroco di Cristo Risorto, chiesa in cui la coppia aveva fatto battezzare nel 2018 il figlio più piccolo e dove la loro bambina di 12 anni aveva ricevuto la prima comunione nel 2022. Quel giorno c’era solo la madre (sempre presente a messa), lui no e nessuno da quelle parti ricorda che volto avesse.
In Sardegna, nel 2021, Ana Cristina aveva inoltre adottato un pitbull di nome Max, ma anche la storia d’amore verso questo animale non era finita bene: era stato improvvisamente abbandonato. Un mistero che oggi, dopo la scoperta del delitto, l’associazione il “Piccolo Ranch Sardo” ha finalmente capito, postando sul profilo Facebook: “Oggi ci stringiamo forte ad una famiglia straziata, a dei bambini che non vedranno più la loro madre e che nella loro mente avranno impressa per sempre la sera del 06/09/2024. Non abbiamo molte parole per descrivere ciò che proviamo, dolore misto a rabbia, perché, quanto avrei voluto che tu ci cercassi, cercassi il nostro aiuto, invece in modo silenzioso hai salvato il tuo cane Max che chissà quanto avete condiviso insieme. Ana mi dispiace per essermi arrabbiata con te quando ho scoperto di Max, ma se solo avessi saputo, se solo avessi immaginato sarei corsa da te e avrei fatto di tutto per cercare di aiutarti. Non riuscivo a capire perché così tanto amore si era tramutato in abbandono, non potevo crederci perché i video e le foto parlavano solo d’amore, le tue parole spese per lui erano solo piene d’amore. Ora capisco che se fosse stato con te sarebbe morto con te perché ti avrebbe protetta, oppure il tuo carnefice ti ha tolto anche quel briciolo d’amore che ti dava Max e quindi l’ha abbandonato lui stesso, tante domande a cui non avremo mai risposta perché tu non ci sei più. Ana volta in alto e veglia su tutti noi, aiuta il tuo amato Max a trovare quell’amore che tu gli hai dato. Sei sparita perché hai avuto paura. Volevi proteggere tutti ma purtroppo non lo hai fatto con te stessa, ma d’altronde in uno stato dove la piaga del femminicidio è così fitto ci meravigliamo ancora che le donne non riescano a denunciare o a scappare?”