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Tariffe portuali, è scontro tra Titi e Patroni Griffi. Ecco le ragioni delle parti e quanto cresceranno
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Tariffe portuali, è scontro tra Titi e Patroni Griffi. Ecco le ragioni delle parti e quanto cresceranno

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BRINDISI – Al presidente di Ops, Teo Titi, proprio non va giù il Piano triennale redatto dall’Autorità portuale sulle tariffe previste dal 2020 al 2022 per il porto di Brindisi.

Così, su Facebook ha scritto questo post, dal quale ne è disceso un confronto con il presidente dell’ente portuale.

“L’ultima mazzata al porto di Brindisi ora arriva dall’autorità portuale…!
È come un ristorante deserto con pessimo cibo che per riuscire a far quadrare i conti e pagare il personale decide di aumentare i prezzi del 400% invece che migliorare la qualità e la varietà del menu!
Non ne usciamo più”.

Patroni Griffi, dal canto suo, ha ribadito a Titi che per il 2020 nessun aumento è stato disposto, e che le tariffe per il 2021 e 2022 saranno ridiscusse una volta compreso se il porto di Brindisi, nel frattempo, si sarà dotato di nuovi servizi, come ad esempio la stazione marittima.

“Teo Titi Come sai bene non è vero. Per il 2020 nessun aumento è previsto per il porto di Brindisi. Negli anni successivi modesti aumenti per sostenere, solo in parte, il costo dei servizi (vigilanza, assistenza, illuminazione, pulizia e anche di quei servizi che in tutti i porti del mondo sono erogati dal Comune e invece a Brindisi sono pagati dalla autorità come il trasporto da e per il porto). Peraltro di questi aumenti mi sono dichiarato formalmente disponibile a discutere nel 2020. Ciò premesso, anche a regime, la differenza negativa tra costi e diritti supererà gli 800.000€. Inoltre, ripeto anche a regime, la differenza tra diritti di Bari (dove come è noto vengono corrisposti ulteriori diritti al gestore del terminal) e Brindisi sarà notevole. E ciò al fine di sostenere la competitività dello scalo”.

Per Titi, però, le difficoltà di bilancio registrate dal porto di Brindisi non possono comportare conseguenze per gli operatori brindisini, ma a suo avviso andrebbero assorbite in un’ottica di sistema portuale: “Ugo Patroni Griffi sai bene che purtroppo è vero, invece. Sono state adeguate a regime (2022) le tariffe del porto di Brindisi che da sempre sono state più basse, a quelle del porto di Bari e il fatto che l’aumento parta soft nel 2020 non cambia i fatti, purtroppo. I numeri di Brindisi sono gli stessi da anni sia nei costi che nei ricavi. Allora se sistema è, sistema sia…. se c’è uno sbilanciamento tra costi e ricavi è il bilancio unico dell’ente che da quest’anno registra un attivo a Bari a sostenere il porto che è in crisi! La crisi non può risolversi con l’aumento sconsiderato di tutte le tariffe sui passeggeri e mezzi per sostenere i costi. Se ci fosse un minimo di controllo quotidiano in porto da parte dell’ente, per esempio, si potrebbe iniziare a ottimizzare gli sprechi e far pagare chi non paga. Per quanto riguarda la disponibilità di analizzare nel 2020 che mai potrà combinare in pochi mesi se non a ribasso? Sopratutto vista l’impossibilità di adeguare il porto alle esigenze del mercato? Su questo la responsabilità di chi blocca le opere come un semplice pontile su briccole è sotto gli occhi di tutti!”.

Per Patroni Griffi, la situazione, se non interverranno novità positive, non sarà sostenibile nel medio-lungo periodo, costringendo l’ente a decisioni drastiche: “Teo Titi purtroppo le finanze dell’ente non consentono, nel lungo periodo, di sostenere il grave sqiequilibrio tra costi e ricavi, ampiamente documentato. Ribadisco la mia volontà di continuare a sostenere il porto di Brindisi e quindi a discutere nel 2020 di tutto. Anche di diritti. Tuttavia non ti potrà sfuggire, come documentato nella lettera al presidente Conte, che sussiste (a causa del malgestito transito energetico, delle interferenze indebite nella gestione dell’ente, del blocco di qualsiasi – pur finanziata – opera: dall’infopoint, ai dragaggi, agli accosti, agli ormeggi, ai terminali passeggeri e crociere) il rischio che l’intera Adsp non sia più in grado di sostenersi. Io penso che le opere per cui mi sono fortemente impegnato (e solitaria mente esposto) possano impedire questo annunciato declino, specie dove sostenute da una rivitalizzazione del tessuto industriale retroportuale. Tuttavia, amaramente, constato che di fatto sono quasi il solo a battermi per la Tua città. In un silenzio assordante. La sfida è rendere Brindisi attrattiva. Dare nuovi servizi e dotarla di adeguate infrastrutture. Come noto ho chiesto un tavolo al ministero. Per dissipare ogni nebbia sulle procedure richieste dalla legge per infrastrutturare il porto. Per richiedere per Brindisi la stessa attenzione riservata a Taranto. Dove in pochi anni si sono realizzate infrastrutture, anche grazie a specifiche semplificazioni, per oltre 500 milioni di euro: banchine, piastre, dragaggi, casse di colmata per oltre 4 milioni di MC di sedimenti, stazioni passeggeri … Ti prego di sostenere formalmente la richiesta di un tavolo, anche tecnico, presso i ministeri competenti da me avanzata, onde evitare a Brindisi la triste sorte di Molfetta dove una infrastruttura essenziale è stata bloccata, immotivatamente, per quasi un decennio. Il 2020 potrebbe (e dovrebbe se tutti, compresa la politica, ci arrivassimo per il vero bene comune del Mezzogiorno: infrastrutture e lavoro) l’anno del cambiamento di rotta per Brindisi. Io me lo auguro. Se saremo in tanti a remare nella giusta direzione sarà possibile. Altrimenti pazienza. Io almeno ci avrò tentato”.

In conclusione, Titi ha chiesto al presidente dell’Authority di tagliare i costi del personale: “Ugo Patroni Griffi come sai già ad ottobre abbiamo chiesto il tavolo di crisi e già fatto un incontro con il Prefetto per l’apertura di un tavolo di crisi. Il prefetto ha già fatto sua la nostra proposta. E ci sarà uno sciopero generale! Permettimi di dirti però che se per salvare il bilancio dell’ente si deve sacrificare la vita di un porto non è la soluzione. La richiesta dei colleghi di Bari di aumentare le tariffe di Brindisi è storica ma non era questo il momento di farla.
Probabilmente bisognerebbe iniziare a fare un po’ di riduzione di personale e di costi a Brindisi o imputare i costi sul bilancio di Bari del personale di Brindisi che lavora solo per Bari”.

Ma il numero 1 dell’ente ha spiegato che “I costi del personale non sono considerati nella determinazione. Sono considerati SOLO i costi esterni (luce, pulizie, vigilanza, assistenza passeggeri, etc. etc. tra cui il già citato – e impropriamente pagato dalla Adsp – navettamento). RIBADISCO poi che nel 2020 non ci sarà alcun aumento, anzi grazie alla scontistica prevista addirittura una riduzione dei costi per le compagnie”.

E sullo sfondo, il Comune di Brindisi, a giusta ragione o meno visto come capro espiatorio.