Home Politica I Sindaci chiedono una svolta. Al vaglio l’uso dei Fondi Crediti Dubbia Esigibilità: a Brindisi vale 11 mln
I Sindaci chiedono una svolta. Al vaglio l’uso dei Fondi Crediti Dubbia Esigibilità: a Brindisi vale 11 mln
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I Sindaci chiedono una svolta. Al vaglio l’uso dei Fondi Crediti Dubbia Esigibilità: a Brindisi vale 11 mln

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La conclusione della Fase 2, propedeutica all’avvio della Fase 3, deve essere colta come occasione non più eludibile
per affermare un rapporto realmente paritario tra Istituzioni dello Stato, Regioni e Comuni i quali ultimi, con tutta
evidenza nell’emergenza Coronavirus, si sono dimostrati cardine fondamentale del collegamento tra lo Stato ed i
Cittadini e attori primari sui territori. L’esperienza di questo periodo ha evidenziato che le difficoltà di dialogo e di
collaborazione tra i diversi livelli di governo, ovvero tra centro e territori, producono criticità pesanti sulle comunità e
sono troppo spesso causate dalla difficoltà politica ed istituzionale a comprendere appieno il fondamentale ruolo dei
Comuni e dei Sindaci quale motore di una effettiva ripresa e rigenerazione dei territori. Occorre un rapido cambio di
prospettiva, una programmazione, un nuovo sistema di relazioni con le Regioni oggi purtroppo ancora debole se non
assente, che individui tempi certi e modalità chiare della ripartenza del tessuto sociale ed economico del Paese. In
particolare, nel quadro di una crisi sanitaria che si è rapidamente trasformata in crisi economica, è necessario che lo
Stato investa sulla capacità dei Comuni e dei Sindaci di garantire la tenuta della coesione sociale, messa oggi fortemente
a rischio dalle difficoltà che investono decine di migliaia di imprese e settori sempre più ampi di popolazione. Per tale
motivo diciamo che non solo sforzo fin qui compiuto dai Comuni per fronteggiare con misure ad hoc le ripercussioni
sulle attività economiche e sui soggetti più fragili dei singoli territori, non solo non può essere ignorato dal punto di
vista dello stanziamento delle risorse, ma va riconosciuto e ulteriormente rilanciato nell’ambito di una strategia
nazionale volta a uscire dall’emergenza Covid-19. Sarà pertanto una dead line per i Comuni, per i Sindaci, per
l’ANCI in ordine alle risposte ed agli indirizzi che il Governo, il Parlamento e le Regioni sapranno o non
vorranno dare su questi punti fondamentali.
Ripresa e ripartenza che deve essere incentrata su questi cinque assi
1. FAR RIPARTIRE LE IMPRESE E LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE
a) Necessità di un puntuale aggiornamento dei Protocolli di sicurezza nei diversi settori (attività commerciali,
artigianato, turismo, cultura, sport, ecc.), sulla base della situazione evolutiva di diffusione del
Covid-19;
b) Armonizzazione degli incentivi al sistema produttivo, ribadendo la necessità di contributi a fondo perduto,
partendo dal ruolo dei Comuni;
c) Adozione di misure urgenti per fornire aiuti a favore di imprese, esercizi commerciali ed enti in difficoltà,
finalizzati a sostenere gli adempimenti fiscali in scadenza a cui sono assoggettati;
d) Interventi mirati per sostenere il TPL (trasporto pubblico locale);
e) Ridefinizione dei sistemi di controllo sul territorio, valorizzando il ruolo della Polizia locale;
f) Ruolo fondamentale degli Uffici comunali per supportare la progressiva ripartenza.
2. FAR RIPARTIRE LA SOCIALITÀ: LA CENTRALITA’ DEL WELFARE E DELLA SALUTE SUI
TERRITORI
a) Famiglie, considerata l’approvazione del Family Act si chiede l’urgente adozione di provvedimenti
attuativi che diano seguito al decreto. Disabili e altre categorie deboli, maggiori misure per rimodulazione
dei servizi socio-assistenziali e di quelli a domanda individuale;

Servizi alla persona (ex articolo 48 Dl Cura Italia), configurabilità di una possibile soluzione mista, basata
sulla erogazione di servizi sostitutivi “parziali” da assicurare con una parte del personale e sul ricorso alla
cassa integrazione per le unità residue;
c) Scuola. E’ un settore che merita grande attenzione soprattutto per le esigenze e le aspettative da parte delle
famiglie italiane, ma anche per le responsabilità che ricadono inevitabilmente sui Comuni. In tal senso
occorre prevedere maggiori risorse finanziarie e adeguati provvedimenti per il migliore e più efficace
funzionamento del sistema scolastico, anche in vista del grande appuntamento di ripresa generale previsto
nel mese di settembre, dopo il lungo periodo di stop per l’Emergenza Covid-19.
d) Spazi pubblici, Teatri, Cinema, Parchi, Cerimonie laiche e religiose, Cimiteri, necessità di aggiornare
costantemente l’accesso/lo svolgimento ma regolamentato per garantire e contemperare la libertà e la
tutela della salute dei cittadini;
e) Nuove povertà, maggiori risorse e rifinanziamento del Fondo di Solidarietà Alimentare, che ha consentito
di contenere il disagio sociale.
f) Salute e Sanità. Rapporto di integrazione e di coordinamento tra strutture sanitarie e servizi socio
assistenziali territoriali; adeguate risorse ed idonei strumenti per la prevenzione a partire dai settori sociali
più esposti; specifica attenzione ed approcci strutturati per la tutela della popolazione di terza età.
3. FAR RIPARTIRE LA SEMPLIFICAZIONE E LA SBUROCRATIZZAZIONE
a) Sindaci Commissari sul “Modello Genova”, che ha dato dimostrazione di efficienza ed efficacia, per la
semplificazione e la realizzazione delle opere e dei lavori pubblici necessari; in particolare, per i Comuni
del cratere sismico del centro Italia, si chiede la delega a sub-commissari per la realizzazione di tutte le
opere pubbliche con i poteri straordinari che vengono chiesti per tutti i Comuni;
b) E’ necessario prevedere meno burocrazia, per favorire gli investimenti privati e superare finalmente
l’eccesso di procedure e documentazioni ante operam;
c) E’ necessario snellire le procedure di gara ed attivare le risorse pubbliche finalizzate agli investimenti,
mantenendo la qualità dei controlli, riducendo i tempi ed eliminando inutili affaticamenti burocratici.
4. FAR RIPARTIRE LA FISCALITA’ LOCALE
a) La perdita di capacità fiscale dei Comuni conseguente alla riduzione delle entrate comunali (come ad
esempio TARI, TASI, TOSAP, ICP, Tassa soggiorno, ecc.) sta creando difficoltà per far quadrare i
Bilanci, con tutte le conseguenze negative per l’erogazione dei servizi;
b) I 3 miliardi di trasferimenti riconosciuti dal Governo ai Comuni (che, a differenza delle Regioni,
esercitano funzioni operative sui territori) sono importanti ma non sufficienti, per cui è necessario
monitorare attraverso il Tavolo proposto da ANCI l’andamento delle riduzioni di entrate e della spesa e
aggiungere maggiori e nuove risorse;
c) Possibilità di utilizzo del FCDE (Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità), quali risorse immediatamente
disponibili per il comparto Comunale; Intervento per i Comuni con saldo negativo sul FSC (Fondo di
Solidarietà Comunale); Utilizzo degli avanzi di amministrazione; Maggiori iniziative per favorire la
liquidità (Mutui e DL n. 35/2013); Recuperare l’autonomia sulla spesa di personale che assicuri una
migliore gestione dei servizi ai cittadini;
d) TARI e ARERA, prevedere con specifiche disposizioni normative che il nuovo metodo tariffario, di cui
alla delibera ARERA n. 443 del 2019, sia applicato a decorrere dall’anno 2022;
e) Recuperare le minori entrate derivanti da oneri di urbanizzazione e da concessioni balneari e gestione
spiagge libere;
f) Drastica riduzione della fiscalità locale per le imprese chiuse dai provvedimenti governativi con copertura
totale del mancato gettito da parte dello Stato.
5. FAR RIPARTIRE LA SMART PA E RECUPERARE IL DIGITAL DIVIDE
a) Smart Working come modalità da affiancare a quella tradizionale di lavoro nella PA locale, per risolvere
problemi ambientali, recuperare costi e favorire l’economicità, l’efficienza e l’efficacia dell’azione
amministrativa, a partire/ripartire dai Comuni;
b) Il Digital Divide deve essere recuperato e risolto per consentire a tutti i Comuni Piccoli e Grandi – in
qualsiasi parte del territorio italiano si trovino (pianura, collina e montagna) – di svolgere l’attività
amministrativa e garantire i servizi ai cittadini attraverso “un altro modo di vivere”, diverso da quello
antecedente l’Emergenza Coronavirus. Occorre vengano meno tutti gli ostacoli che si sono frapposti fino
ad ora alla concreta realizzazione delle infrastrutture digitali, con particolare attenzione al tema della
diffusione del 5G su tutto il territorio.
6. FAR RIPARTIRE I COMUNI VERSO IL FUTURO
a) Un grande piano per la cultura vera infrastruttura immateriale del nostro Paese;
b) Un grande piano per il turismo: quello costiero e balneare, delle città d’arte, delle montagne, dei percorsi
enogastronomici, dei paesi e della natura. Occorre un piano per il turismo con investimenti strategici per un rilancio vero del settore, attualmente abbandonato al “fai da te”, che utilizzi le risorse del Recovery
Fund;
c) Particolare attenzione merita il cosiddetto turismo religioso, ovvero quello rivolto alle cattedrali, alle
abbazie e ai santuari, ecc., presenti sul nostro territorio;
d) Un Nuovo piano per le periferie delle Città Metropolitane e dei capoluogo;
e) La nuova Strategia delle Aree interne per i paesi e le montagne da estendersi a tutti i territori interni.
E’ una stagione, questa, in cui occorre ragionare in un’ottica di investimenti e di salvaguardia delle persone, prima
ancora che di pareggio del bilancio economico. Ciò non significa, ovviamente, che non si debba prestare attenzione alla
spesa pubblica, ma che oggi serve prima di tutto sprigionare ogni risorsa disponibile. Questa crisi necessita, come detto,
di un’iniezione di ingenti risorse pubbliche per mantenere in vita settori produttivi che avranno il bilancio 2020
devastato sia perchè vedranno drasticamente ridotte le entrate, sia perché sostengono, comunque, ingenti costi fissi
(mutui, affitti, personale, tassazione ecc.).
I Comuni sono il perno del nostro ordinamento economico, sociale ed istituzionale. O lo si capisce in questo momento
oppure la prospettiva di un nuovo Paese, coeso e rimotivato, andrà definitivamente persa. Mai come oggi richiamare
il principio costituzionale di leale collaborazione e di rispetto reciproco tra Istituzioni della Repubblica, oltre che essere
un dovere nei confronti delle nostre comunità, è l’asse di riferimento per una vera ricostruzione nazionale, lontano e
contro ogni divisione strumentale, inutilmente concorrenziale e di parte e soprattutto lontano da ogni protagonismo
lesivo delle altrui responsabilità.
Gli Stati Generali promossi del Governo hanno probabilmente rappresentato un apprezzabile tentativo per ridare voce e
ruolo ad importanti attori economici e sociali, ma se non avviene un cambio di passo nel sistema di leale
collaborazione tra Istituzioni della Repubblica, la strada intrapresa non ha alcuna prospettiva. E in questo sistema
relazionale, non più rinviabile è il confronto e la collaborazione tra la rappresentanza dei Comuni (Nazionale e
Regionale) e quella delle Regioni.
Le ANCI Regionali, quali attori dell’ANCI sui territori in rappresentanza e a supporto degli 8000 Comuni italiani ed i
rispettivi Sindaci, sono la frontiera di prossimità più avanzata ed esposta sui territori e da essi traggono gli stimoli, gli
appelli e le istanze che sono state qui doverosamente segnalate, dando in questo modo il proprio contributo costruttivo e
propositivo di idee e di proposte per la ripresa e la rigenerazione dei territori e del Paese.