Home Editoriale Cosa c’è di sinistra nella gestione delle piscine e delle farmacie? Per i meri esercizi contabili, meglio i Commissari
Cosa c’è di sinistra nella gestione delle piscine e delle farmacie? Per i meri esercizi contabili, meglio i Commissari
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Cosa c’è di sinistra nella gestione delle piscine e delle farmacie? Per i meri esercizi contabili, meglio i Commissari

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BRINDISI – Se la politica non è in grado di smarcarsi dai meri esercizi contabili, allora forse è meglio che questi li attuino professionisti del settore, ovvero i Commissari prefettizi.

Il Sindaco ha spiegato che, a fronte di un immobile del valore di 800.000 euro, ovvero la piscina comunale di Sant’Elia, è corretto che la società Marimisti paghi un canone di 30.000 euro, cioè 10.000 euro in più rispetto al passato. Il tutto, a fronte di un’introduzione normativa varata dal Governo che, per ovviare agli squilibri economici causati dal Covid, ha previsto la possibilità di prolungare la durata delle concessioni degli impianti sportivi e di ridurne il canone.

Insomma, rigore e giustizia giistificherebbero, secondo il Sindaco, la conferma del ritocchino al rialzo.

Ma al contempo ci domandiamo: che giustizia sociale può ricercarsi nel non accettare la richiesta di proroga triennale della concessione avanzata dalla Marimisti rischiando di privare un quartiere come Sant’Elia di un punto di socializzazione come quella piscina, che offriva servizi anche ad alcuni ragazzi svantaggiati che praticano il Buscicchio; nel rendere precarie 30 famiglie; nel disfarsi di un gioiellino con la speranza di fare cassa.

Dov’è la giustizia sociale nel conservare servizi inefficienti o poco utili (citofonare a Multiservizi ed a cooperative affidatarie di alcuni servizi sociali) e disfarsi – ad esempio – delle Farmacie comunali, che producono utili e costituiscono un servizio essenziale in un quartiere come La Rosa, che nonostante le penali previste nel bando, non è detto che continuerà ad essere assicurato?

È di sinistra colpire chi ha meritoriamente operato al servizio della comunità e tutelare invece le storiche enclavi di clientelismo, dove si annidano sprechi e inefficienza?

La politica ha senso se può compiere delle scelte. Viceversa, deve avere la compiacenza di farsi da parte. Soprattutto se queste scelte stridono fortemente con i valori che una coalizione di sinistra dovrebbe tutelare oltre ogni timore di disordini sociali, senza guardare in faccia a nessuno.

In un momento drammatico per la città, dove vengono chiesti sacrifici a destra e a manca, l’esempio dovrebbe partire da chi amministra la cosa pubblica, magari decurtandosi lo stipendio o risparmiando sulle spese accessorie. Magari venendo incontro a chi, come la Marimisti, opera svolgendo una funzione sociale. Perché rigore e giustizia sociale significano molto di più di 10.000 euro di canone in più.