Home Politica Borri su Acque Chiare e sulla crisi di maggioranza: “Perché non l’hanno buttato subito dalla finestra quel Dpp?”
Borri su Acque Chiare e sulla crisi di maggioranza: “Perché non l’hanno buttato subito dalla finestra quel Dpp?”
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Borri su Acque Chiare e sulla crisi di maggioranza: “Perché non l’hanno buttato subito dalla finestra quel Dpp?”

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BRINDISI – Per arrivare al traguardo di un nuovo Piano Urbanistico Generale è necessario il connubio tra parte tecnica e parte politica. L’assessore all’Urbanistica, il professor Dino Borri, aveva sottovalutato la seconda componente quando nel giorno dell’insediamento della nuova giunta sostenne che il nuovo Pug sarebbe stato pronto in meno di due anni. E ha sottovalutato la politica anche quando ha ritenuto – fino all’altro giorno – “fisiologici” i malumori del Pd, esplosi invece nelle ultime ore in un attacco personale sferrato dal segretario del partito, Francesco Cannalire.

«Non ho molta voglia di commentare. Probabilmente – dichiara Borri – c’è divergenza sul modello di sviluppo, ma è legittimo avere posizioni differenti. Sinceramente non mi aspettavo questo attacco, non ne avevo avuto il sentore perché non erano mai state poste questioni serie da parte loro (del Pd, ndr), si è sempre ragionato solo di sfumature. Chiedo a chi attacca l’ufficio (Urbanistica, ndr): perché non l’avete buttato dalla finestra questo Dpp? Si poteva dire prima, invece si è andati avanti in lunghissime commissioni nelle quali nessuno ha eccepito nulla, nonostante sia io che la dirigente abbiamo più volte invitato le forze politiche a far pervenire interventi scritti su quel Dpp. La sensazione che ho avuto da queste innumerevoli commissioni è che ci sia un consenso diffuso attorno al documento».
Ma almeno il sindaco condivide l’indirizzo di quel Dpp? «Sì, per fortuna sì», risponde sorridendo il tecnico. E sui motivi dell’ulteriore slittamento dell’approvazione del Dpp, aggiunge: «Posto che il Dpp si può modificare in aula, pezzo per pezzo, con degli emendamenti, la colpa degli slittamenti non è di Riccardo (Rossi, ndr), non ha chiesto un rinvio. Il sindaco mi ha solo posto due settimane fa – assieme all’assessore Saponaro – un problema riguardante la possibilità di individuare una nuova area di sviluppo industriale. È qualcosa che io trovo giusto perché le aree industriali sono finite. Non credo che attraverso questa richiesta Riccardo intendesse dire che dobbiamo fermare il cammino importante che stiamo facendo. Questa vicenda della nuova area industriale non comporterà uno slittamento nel modo più assoluto, sarà un’anticipazione dello strutturale. Magari saranno portate parallelamente in Consiglio due delibere differenti. L’esigenza di una nuova area di sviluppo industriale nasce adesso perché arrivano in continuazione richieste di imprenditori del fotovoltaico: abbiamo sulla nostra scrivania domande per 1.700 Mw».

Il professore, poi, lancia una stoccata alla classe politica: «Mi permetto di dire che la politica brindisina deve darsi una regolata. Almeno lo strutturale del Piano lo dobbiamo chiudere, ce la possiamo fare. D’altronde, le cose importanti vengono inserite nello strutturale, il Dpp fissa solo degli obiettivi. Io ho un’idea alta della politica, che deve essere all’altezza di questa comunità, delle straordinarie intelligenze dei suoi giovani».

Allargando il campo, Borri si dice soddisfatto del lavoro portato avanti in questi anni: «L’ufficio (Urbanistica, ndr) ha grande qualità. Abbiamo ottenuto finanziamenti su grandi progetti di rigenerazione urbana. Penso al completamento del lungomare, al polo della conoscenza in centro. È inoltre partito il grande progetto dei restauri dei capannoni del Cillarese. Il tutto con i due anni di Covid di mezzo».

In conclusione, su Acque Chiare dichiara: «Di recente abbiamo avuto un incontro presso la Regione, che ci ha dato l’ok per portare la delibera in Consiglio. Siamo a due passi dalla conclusione di una vicenda complicatissima che chiuderemo presto e bene per tutti. Verrà cambiata la destinazione agricola prevista dal Prg vigente. Rinegozieremo il vecchio accordo di programma, così risolveremo il problema dei proprietari delle case e al contempo non si violerà completamente la destinazione turistico-alberghiera prevista in quell’accordo. A breve diremo di più».