Home Economia e lavoro Enel lascia la banchina e chiude il gruppo 2, il Sindaco chiede la zona franca doganale e l’alta capacità sull’asse Brindisi-Taranto
Enel lascia la banchina e chiude il gruppo 2, il Sindaco chiede la zona franca doganale e l’alta capacità sull’asse Brindisi-Taranto
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Enel lascia la banchina e chiude il gruppo 2, il Sindaco chiede la zona franca doganale e l’alta capacità sull’asse Brindisi-Taranto

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BRINDISI – Il tempo stringe: la decarbonizzazione è una bomba ad orologeria che inizia ad angosciare gli amministratori, fino ad ora impegnati ad esaltare gli indiscutibili benefici di questo processo sotto l’aspetto ambientale.

Man mano che la deadline del 2025 si avvicina, però, sale l’ansia di trovare alternative a quel modello che produce ancora oggi occupazione ed economia.

Già all’incontro romano del 6 febbraio il Sindaco Rossi porterà all’attenzione alcune proposte, sostenute questa sera da Emiliano e dal Ministro Boccia.

Il primo aspetto da approfondire è quello inerente gli squilibri competitivi che apporterà il decreto Taranto, un pacchetto che prevederà fondi e sgravi che potrebbero affossare ulteriormente Brindisi. Per questo si proporrà al Governo di prevedere la creazione di una zona franca doganale anche nel territorio brindisino, così come richiesto da tempo da chi opera nel settore portuale. Oltre a questo, al vaglio ci saranno anche le proposte riguardanti la realizzazione di collegamenti ferroviari ad alta capacità tra i porti di Brindisi e quelli di Bari e Taranto. Quest’ultimo asse, infatti, secondo il Sindaco Rossi potrebbe favorire lo sviluppo di traffici lungo la dorsale est-ovest che collega i Balcani alla Spagna.

Riguardo la presenza di Enel a Brindisi, invece, è notizia fresca la volontà della società energetica di chiudere il gruppo 2 e di lasciare la banchina carbonifera alla città qualora dovessero intercettarsi nuovi operatori interessati.

Si inizia dunque a parlare di nuovo modello di sviluppo. Tutto dipenderà dalla volontà politica nazionale e regionale, ma anche dalla stabilità politica del Comune, della Regione e del Governo. Questa sera si è appreso che c’è la consapevolezza che Brindisi non può più aspettare e che parte da una condizione di svantaggio. Dal 6 febbraio si attendono risposte concrete da parte di tutti. Anzi, già dal 29 gennaio quando a Roma si parlerà di Cis.