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Coronavirus: la seconda ondata ha travolto tutto e tutti. Il sistema rischia il collasso
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Coronavirus: la seconda ondata ha travolto tutto e tutti. Il sistema rischia il collasso

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Con il decreto “Rilancio” dello scorso 29 Maggio, il Governo ha stanziato oltre un miliardo per raddoppiare le terapie intensive, prevedendo la creazione di 3.553 nuovi posti di terapia intensiva e 4.255 di sub-intensiva, di cui circa la metà convertibili in intensiva). A fronte dei 5179 posti letto di terapia intensiva presenti al 31 Dicembre 2019, il Governo ha previsto di arrivare a circa 11 mila.

Come spesso accade però la burocrazia ed i vari livelli di governo hanno allungato i tempi di realizzazione: dopo una lunga diatriba tra il commissario straordinario Domenico Arcuri e le Regioni, solo il 1 Ottobre è stato pubblicato l’avviso di gara telematica con procedura semplificata. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte era fissato al 12 Ottobre. Da precisare che alcune Regioni invece hanno preferito agire autonomamente.

La Regione Puglia ha avuto accesso ad un finanziamento di quasi 100 milioni di euro per:
– fabbisogno posti letto di terapia intensiva;
– fabbisogno posti letto di terapia semintensiva;
– fabbisogno aggiuntivo emergenza – urgenza (DEA+PS);
– fabbisogno aggiuntivo emergenza territoriale (DEA II livello).

Il piano di riordino sanitario relativo al Coronavirus, è stato presentato dal Presidente Michele Emiliano lo scorso 3 Agosto: si passa da una dotazione di 304 posti letto di terapia intensiva a 580, nel rispetto dei parametri previsti da decreto “rilancio” di 0,14 posti letto per mille abitanti. In provincia di Brindisi si passa da 16 a 55 posti letto, con un incremento di 23 posti all’Ospedale Perrino di Brindisi, 8 all’Ospedale di Francavilla Fontana e ulteriori 8 all’Ospedale di Ostuni.
La gran parte di queste previsioni programmatiche, e delle relative risorse, sono rimaste però solo sulla carta.

La dotazione di posti letto di terapia intensiva è strettamente collegata con le misure di lockdown, che vengono attivate nel momento di criticità delle terapie intensive. Secondo gli esperti, una terapia intensiva non è satura quando si arriva al 100%, bensì quando ci si avvicina a una saturazione del 30%, percentuale di sicurezza oltre la quale scatta la soglia di emergenza, perché rappresenta un sovraccarico per il personale sanitario.

Ad oggi, i principali problemi connessi al virus sono appunto la carenza di posti di terapia intensiva e di personale medico, oltre che la difficoltà di monitoraggio e tracciamento dei contagi.

POSTI TERAPIA INTENSIVA
I dati, aggiornati al 14 Novembre, evidenziano che in Puglia i ricoverati in terapia intensiva sono 168 a fronte di 369 posti letto disponibili (dato aggiornato al 28 Ottobre), quindi la saturazione è pari al 45,5% (quinta in Italia dopo Umbria, Marche, Toscana e Liguria). Siamo a 57 posti letto oltre la soglia di emergenza del 30%, che fa della Puglia una delle Regioni peggiori dopo a Umbria, Calabria, Marche, Piemonte e Abruzzo.

PERSONALE MEDICO
Al problema delle terapie intensive si aggiunge quello della carente dotazione del personale medico, in particolare anestesisti. Per questo il Presidente dell’Associazione anestesisti, Alessandro Vergallo, in una lettera inviata al Governo ha chiesto di arruolare altri giovani specializzandi dell’ultimo biennio.
“La carenza è significativa e dove, per la peculiarità della disciplina, non è possibile in alcun modo ricorrere ad altre figure specialistiche, la collaborazione degli Specializzandi degli ultimi due anni rappresenta una boccata di ossigeno” spiega Vergallo.
Con il decreto “rilancio” ne sono stati assunti circa mille, ancora pochi rispetto alla richiesta di 4.000 anestesisti in più.

MONITORAGGIO E TRACCIAMENTO
Altro annoso problema, cosi come evidenziato dallo stesso assessore alla sanità, è il monitoraggio e tracciamento dei positivi. Era il 21 Ottobre quando, a fronte di 324 contagi giornalieri, Lopalco lanciava l’allarme: “se i numeri aumentano velocemente a livello del territorio si creerà un blocco, perché sono troppi i casi e i tracciatori che fanno inchieste epidemiologiche sono un numero finito. Il numero delle persone specializzate a ricostruire tutte le catene del contagio, infatti, non riuscirebbe a svolgere tutte le indagini epidemiologiche e il blocco sarebbe inevitabile”.
Oggi siamo al 14 Novembre, da una settimana la Regione Puglia registra almeno mille casi di contagio al giorno e il rischio è che il sistema di tracciamento sia ormai saltato. Sempre più sono frequenti infatti i casi di potenziali contagiati rinchiusi in casa per giorni ad attendere il tampone.

Il sistema sanitario rischia il collasso, l’economia è in ginocchio e le misure di restrizione, che siano leggero o meno, vengono respinte da molti. La seconda ondata che non doveva farci trovare impreparati, o che addirittura qualcuno negava, ci ha praticamente travolto ed il lockdown totale, al momento, sembra essere l’unica soluzione per arrestare il virus.

Luigi Epifani