Home Editoriale Non è una città per turisti: investitori scottati preferiscono puntare sugli anziani
Non è una città per turisti: investitori scottati preferiscono puntare sugli anziani
0

Non è una città per turisti: investitori scottati preferiscono puntare sugli anziani

0

BRINDISI – Brindisi è una città notoriamente con poche strutture ricettive e quindi con pochi posti letto per turisti. Nonostante ciò e nonostante sia inserita nel cuore del Salento, gli investitori sembrano scommettere più sull’inverno demografico e l’invecchiamento della popolazione che sullo sviluppo turistico della città. È la riflessione che sorge spontanea seguendo le vicende dell’ex Babylandia e dell’ex Ferrhotel, dove i privati che hanno deciso di recuperare le strutture insistenti in quelle aree hanno entrambi optato inizialmente per la costruzione di una residenza sanitaria per anziani e poi, davanti all’impossibilità urbanistica di perseguire quella strada, hanno accettato obtorto collo di ripiegare sul settore turistico-ricettivo. Insomma, nelle analisi di scenario gli imprenditori vedono alta domanda da parte degli anziani e bassa domanda da parte dei turisti, nonostante l’attuale scarsità dell’offerta. D’altronde, Brindisi ha una popolazione in costante decremento e con un indice di vecchiaia pari a 196,1 anziani (ultrasessantacinquenni) ogni 100 giovani (0-14 anni), che è maggiore rispetto all’indice nazionale (168,9 anziani su 100 giovani). Certo, contestualmente si registra l’impegno di imprenditori del settore come Pierangelo Argentieri, che ha deciso di investire in ultimo sul recupero dell’ex Ostello della Gioventù. Ma come lui stesso ha riconosciuto, si è trattato di una sfida, tra l’altro a forte rischio di anti-economicità.

Il filo comune che attraversa queste vicende, comunque, è uno: la difficoltà di investire a Brindisi. Dopo la ferita – tuttora aperta e irrisolta – di Acque Chiare, per anni gli imprenditori del settore turistico sono rimasti alla larga da questa città. Anche a causa di una inadeguatezza degli strumenti urbanistici. Piccola digressione: ecco perché sarebbe auspicabile una maggioranza realmente solida (e non a chiacchiere come affermato dal sindaco), che consentirebbe di tracciare linee di sviluppo chiare invece di perdersi in beghe che porteranno solo a compromessi al ribasso, dei quali i nostri politici sono storicamente massimi esperti. Un tema, quello della cattiva fama e del cosiddetto “rischio politico” calcolato dai privati, che ha allontanato anche investitori nel settore industriale.

Tornando alle difficoltà di investire nel settore turistico a queste latitudini, basti vedere i grandi problemi che stanno incontrando gli imprenditori che si stanno cimentando in questa città. Argentieri ha dovuto procrastinare l’apertura dell’ostello perché sono insorti ulteriori criticità strutturali. La Centopalme, dopo aver speso ingenti capitali per rimettere a nuovo l’ex Ferrhotel, si vede notificare a tre anni dall’avvio dei lavori un parere contrario basato sul fatto che la struttura non può essere destinata ad albergo ma solo a dormitorio per ferrovieri. Ed anche il risalente percorso intrapreso dall’imprenditore di Martina Franca, che vorrebbe recuperare l’area ex Babylandia, si sta rivelando parecchio accidentato. Se a ciò si aggiunge che il Cis, dal quale ci si attende la realizzazione di altri posti letto sull’isola di Sant’Andrea, è in alto mare e chissà se e quando produrrà effetti concreti, ecco allora che l’inseguimento di un altro modello di sviluppo diventa oltre che opinabile, anche scarsamente ancorato alla realtà, perlomeno nel medio periodo.